Parco del Mincio la meraviglia del Loto

LA MERAVIGLIA DEL FIOR DI LOTO " NELUMBO"
Una pianta acquatica straordinaria,
originaria dell’Asia e dell’Australia, dalla rara bellezza. Al noto fiore bianco rosa, con un tipico profumo d’anice, essa unisce una vegetazione costituita da foglie di colore verde glauco, con note di blu.
Le foglie di aspetto ceroso e di diametro fino a 60 cm,
si innalzano sopra la superficie dell’acqua. Anche i frutti sono molto decorativi ed una volta essiccati possono essere utilizzati nelle composizioni ornamentali.
Il Loto è coltivabile a partire dai rizomi,
che possono essere interrati in un contenitore ad una profondità di 5 cm. Abbiate l’accortezza di lasciare che i germogli fuoriescano dal terreno. Il vaso va poi immerso nell’acqua tenendo la parte superiore ad una profondità di 5-10 cm.

PARCO REGIONALE DEL MINCIO
è un'area naturale protetta,
della Lombardia situata nella provincia di Mantova. Interessa la valle del fiume Mincio, dal lago di Garda alla confluenza nel Po.
Il parco fu istituito grazie alla legge regionale n. 47 datata 8 settembre 1984. Giuridicamente era un consorzio di enti locali.
Nel novembre 2011 lo statuto del parco del Mincio è stato emendato per adeguarlo alla legge regionale n. 12 del 4 agosto 2011 “Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree protette e modifiche alle leggi regionali 86/83 e n. 16/07”. Il consorzio si è trasformato in ente pubblico con l’assemblea che ora si chiama Comunità del Parco.
Il parco ha un’estensione territoriale molto ampia, circa 16.000 ettari,
tra cui spiccano la riserva naturale Complesso morenico di Castellaro Lagusello, la riserva naturale Bosco Fontana, la riserva naturale Vallazzae la riserva naturale Valli del Mincio. Spazia dalle colline moreniche alla pianura terrazzata, dalla zona meandriforme a paleoalvei al complesso dei laghi di Mantova.
Un’eccezionale varieà di situazioni,
in cui si trovano anche notevoli elementi architettonici e artistici tra cui il santuario di Santa Maria delle Grazie, la Palazzina gonzaghesca di Bosco Fontanae numerose ville dei tempi dei Gonzaga.
LA PISTA CICLABILE
Il territorio del parco è attraversato dalla pista ciclabile Mantova-Peschiera,
che si snoda per quasi 40 km, parte dei quali in sede propria con tratti non asfaltati, costeggiando il corso del fiume Mincio. Vi fanno parte i comuni di Mantova, Ponti sul Mincio, Monzambano, Volta Mantovana, Goito, Marmirolo, Porto Mantovano, Rodigo, Curtatone, Borgo Virgilio, Bagnolo San Vito, Roncoferraro e Sustinente.
Fra le specie di uccelli, le più comuni sono:
l’airone bianco, l’airone cenerino, l’airone guardabuoi, l’airone rosso, la cicogna bianca, la nitticora, lo svasso maggiore, la garzetta, il pendolino, il martin pescatore, il gruccione, la folaga, il cannareccione, il nibbio bruno, il falco pellegrino e il falco di palude. In aumento gli avvistamenti di ibis sacro.
tratto Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
dove si trova
Un bel giro in battello,
Gite
attraverso i canali che si formano tra i canneti e le isole di loto Sul Mincio e sui laghi di Mantova operano numerose compagnie di navigazione che effettuano partenze programmate da Mantova, Grazie di Curtatone, Rivalta sul Mincio.
Si può navigare
in motonave, oppure solcare le acque dei laghi e del Mincio a bordo di battelli a motore elettrico o alimentati da energia solare, o ancora scivolare in canoa tra i canneti delle Valli e le isole dei fior di loto.
Le tratte
si sviluppano dal lago Superiore e nella Riserva Naturale delle Valli del Mincio (Mantova, Grazie, Rivalta), e dai laghi di Mezzo o Inferiore di Mantova e verso la Riserva Naturale della Vallazza con possibili estensioni lungo il Basso Mincio fino al Po, attraverso le conche di navigazione.
LA FLORA
In prossimità del borgo rivierasco di Rivalta,
il Mincio si allarga a formare un’ampia zona valliva, un intreccio di canali, specchi d’acqua e piccoli chiari.
E’ il tratto di fiume con le caratteristiche floristiche, vegetazionali e faunistiche più interessanti.
Sono presenti 60 entità palustri e acquatiche di interesse conservazionistico. Nei canali dove l’acqua scorre più velocemente sono presenti specie acquatiche specializzate come la Vallisneria, i Millefoglio d’acqua, la Brasca a foglie sottoili, l’Erba gamberaia. Sugli specchi d’acqua vegetano lamineti di Ninfea bianca, nannufero e Castagna d’acqua.
Verso le sponde, il lamineto si raccorda progressivamente ai canneti.
Accompagnano la canna palustre l’Ibisco palustre, l’Iris palustre, il Garofanino d’acqua, l’Altea e Bismalva, la Veronica acquatica, il Nontiscordardimè.
In riva sinistra il canneto viene sostituito da estese praterie a prevalenza di Carice stretta. Tra i canaletti d’acqua si inseriscono molte specie igrofile quali la Genziana di palude, il Senecio palustre, l’Erioforo, l’Orchidea incarnata, l’Orchidea spiralata estiva, l’Aglio palustre, l’Aglio odoroso.
Dove i terreni subiscono un minor inondamento periodico
compaiono le specie di prati umidi a prevalenza di Molinia, accompagnata da Tormentilla, Ginestra dei tintori, Salcerella, alcuni Giunchi. Il Salice cinerino forma densi cespuglietti all’interno dei canneti. Presente nella Valli, in un’unica stazione presso La Piuda, l’Erba coltella dei fossi, simile ad una piccola Agave o Aloe, specie ritenuta sull’orlo dell’estinzione in Italia.
ISOLE GALLEGGIANTI
Tra le specie aliene, troviamo il Fior di Loto, specie originaria dell’India introdotta nei Laghi di Mantova a partire dal 1921: ora forma estese isole galleggianti nel Lago di Mezzo, lungo il corso superiore del Mincio creando meraviglia e stiupore.
FIORE SACRO
Già nell’antichità questa essenza è ammirata nelle culture buddhista e induista,
che considerano il Loto un fiore sacro. In particolare, nel Buddhismo è il simbolo dell’essenza della vita umana (buddhità) che, pur rimanendo pulita, affonda le radici nel fango della realtà. Senza il fango il loto non può esistere, così come il Buddha si manifesta grazie agli affanni della vita quotidiana. Inoltre il loto sviluppa il frutto e il seme nello stesso periodo e quindi è il simbolo della legge buddista di causa-effetto (Fonte: Wikipedia).
FIORE DALLE APPLICAZIONI FITOTERAPICHE
l loto ha anche applicazioni fitoterapiche
ed è utilizzato come antiossidante, cardiotonico, digestivo, neurotonico e vasodilatatore; la sua azione interessa sistemi come quello cardiocircolatorio, immunitario, nervoso nonché il tessuto cutaneo. Una pianta acquatica straordinaria, originaria dell’Asia e dell’Australia, dalla rara bellezza.
IL MIGLIOR POSTO
Il NELUMBO NUCIFERA o fiore di loto
è una pianta idrofita naturalizzata, monofitica, impiantata per la produzione del fiore.Simbolo di “vita eterna” nei paesi orientali è pure ricercata quale specie officinale.
Nel periodo estivo ricopre con un doppio strato di foglie emergenti (peltato-orbicolate)
quasi tutta la superficie dell’acqua, compatibilmente con la profondità esistente nel laghetto (non oltre i metri 2,50).
Le foglie caratterizzate da eliotropismo e di ampie dimensioni,
impediscono l’irraggiamento solare diretto superficiale dell’acqua, favorendone il contenimento dell’evaporazione estiva, abbassandone quindi la temperatura: fenomeno utile alla fauna ittica.
La piena fioritura dei fior di loto, nel periodo luglio – agosto,
conferisce allo specchio d’acqua un fantastico, strabiliante aspetto di eccezionalità naturalistica, con un forte potere evocativo che suscita fascinazione e richiama scenari orientali, esotismi e magie.
LA PROPAGAZIONE
La propagazione del Loto è molto rapida e tende ad espandersi con notevole facilità: ogni circa 3 anni, durante la stagione autunnale, è buona norma ridurre i rizomi; da questa operazione è possibile ricavare materiale per dare vita a nuove piante.
Possono essere utilizzati a questo scopo anche i semi, con l’accortezza di raschiarne la dura cuticola superficiale per facilitare la penetrazione dell’acqua e attivare la germinazione (agendo con delicatezza e servendosi di carta vetrata); in condizioni naturali infatti il seme può rimanere isolato per numerosi anni prima di germogliare.
QUANDO FOTOGRAFARE?
I momenti migliori per fotografare i fiori di loto è il mattino e nel tardo pomeriggio – sera.
Al mattino d’estate, trovi la luce più incisiva con la possibilita di avere dei contrasti molto accentuati. Una sapiente sottoesposizione marca i nerii, questo enfatizza il colore glauco delle foglie e dei gambi. Ill bianco e il rosa dei fiori saturandosi danno una sensazione gradevole all’intera immagine.
La luce del tramonto dona rilassatezza alle forme e ai colori, la foto diventa così oggetto di culto meditativo.
Luigi Consiglio
Parco del Mincio e il fiore del Loto
Parco del Mincio la meraviglia del Loto
